L’ecografia è una tecnica diagnostica basata sull’utilizzo degli ultrasuoni (onde sonore ad alta frequenza), che è in uso da oltre 30 anni ed è considerata una metodica sicura ed esente da rischi.

L’ecografia bidimensionale consente di ottenere sezioni delle strutture attraversate dagli ultrasuoni e di valutare vari parametri, a seconda dell’epoca di gravidanza in cui viene eseguita.

Nel primo trimestre di gravidanza è possibile identificare il numero dei feti, la presenza di attività cardiaca, la lunghezza del feto e se questa corrisponde o meno all’epoca di gravidanza calcolata in base alla data dell’ultima mestruazione.

Dal secondo trimestre è possibile effettuare le misurazioni biometriche del feto, confrontandole con le curve di riferimento, per valutare se le dimensioni del feto corrispondono a quelle attese per l’epoca di gravidanza: si misurano quindi la testa, l’addome e le ossa lunghe.

Si valutano poi anche l’inserzione della placenta, la quantità di liquido amniotico ed alcuni organi.

A tale proposito, come riportato dalle linee guida SIEOG (Società Italiana di Ecografia Ostetrico Ginecologica), va ricordato che l’ecografia di screening del secondo trimestre consente di identificare dal 30 al 70% delle malformazioni maggiori.
Va, inoltre, sottolineato che alcune malformazioni si manifestano tardivamente (al 7°- 9° mese) e perciò non sono visualizzabili in esami precoci. Quindi va sempre tenuto presente che l’ecografia “non vede tutto” ed è possibile che alcune anomalie fetali, anche importanti, non vengano rilevate.

L’Ecografo GE VOLUSON E10, installato presso Woman Clinic, attualmente è uno tra gli ecografi più potenti. Il sistema a ultrasuoni VolusonTM E10 è stato progettato per la diagnostica avanzata nella salute delle donne.
Attraverso l’innovativo Radiance System Architecture, l’ecografo è in grado di stabilire un nuovo standard di prestazioni di imaging per assicurare ottime immagini bidimensionali ed effettuare straordinarie ecografie 4D.

Con le metodiche 4D vengono utilizzate speciali sonde, chiamate appunto “volumetriche”, in grado di acquisire decine di fotogrammi al secondo senza movimento della sonda. In questo modo l’apparecchio memorizza un certo numero di sezioni ed effettua il cosiddetto “rendering”, che consente di ottenere un’immagine tridimensionale in movimento ed in tempo reale.

Va tuttavia sottolineato che attualmente il 4D non sembra fornire informazioni aggiuntive per l’identificazione di eventuali patologie del feto in gravidanze fisiologiche all’esame bidimensionale nello screening in ostetricia. L’ecografia 4D è utilizzata in ostetricia per visualizzare la faccia o altre parti del feto ed ottenere una prima fotografia del feto prima della nascita.

Durante l’esecuzione dell’esame è quindi possibile vedere il feto muovere le manine, succhiarsi il dito, aprire la bocca.

Bisogna tenere presente che per ottenere una buona immagine è indispensabile che il feto sia di medie dimensioni (es. dalla 24esima alla 28esima settima), che sia messo nella posizione adatta, che tra la faccia e la parete uterina ci sia una quantità sufficiente di liquido amniotico e che non ci siano anse del cordone ombelicale o piccole parti fetali.

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