Una gravidanza viene definita “ad alto rischio” quando esiste la possibilità di un esito patologico per la donna e/o il bambino con un’incidenza maggiore di quella esistente nella popolazione generale delle gestanti.
Sin dalla prima visita, è bene identificare quelle gravidanze ad “alto rischio”, per le quali è necessaria una gestione più attenta.
Va comunque ricordato che queste gravidanze costituiscono la minoranza dei casi che pervengono allo specialista, mentre la maggioranza dei rischi ostetrici e degli eventi patologici successivi si presentano in quelle gravidanze che, allo screening iniziale o pre-concezionale, appaiono a basso rischio.
La valutazione di una gravidanza, quindi, va fatta in tutte le fasi della stessa, dall’esordio al post-partum tenendo presente due concetti:
– il 15% delle gravidanze è ad alto rischio
– non solo le gravidanze ad alto rischio, ma anche quelle considerate a basso rischio (85%) possono associarsi a patologie materne e neonatali
Un programma di cura e prevenzione per le donne definite ad alto rischio hanno l’obiettivo di:
– consigliare, educare e sostenere la donna e la sua famiglia
– trattare i fastidi minori della gravidanza
– provvedere ad un programma di screening (sia clinico che di laboratorio) continuo per prevenire, diagnosticare e trattare quei problemi e fattori che possono arrecare danni alla salute della donna e/o del suo bambino
Presupposti fondamentali per seguire una gravidanza ad alto rischio sono:
– cultura specifica
– esperienza specifica
– coscienza piena della paziente e sua adesione al programma assistenziale
– ambiente sanitario adeguato per l’assistenza intensiva materno-fetale e l’assistenza intensiva neonatale
– sorveglianza specialistica della gravidanza per l’identificazione repentina dei fattori di rischio in modo da ridurre al minimo gli eventi sfavorevoli previsti
– assistenza mirata alla singola situazione con semeiotiche e terapie specifiche
L’associazione tra cura prenatale e miglioramento degli esiti gravidici è stata documentata in vari studi epidemiologici europei, mentre quasi tutti gli studi sull’assistenza prenatale hanno dimostrato che le gravidanze delle donne che non hanno effettuato alcun tipo di trattamento preventivo hanno spesso un esito peggiore.
Il primo obiettivo, dunque è rappresentato dall’identificazione delle donne ad alto rischio.
Tale identificazione viene effettuata con una accurata raccolta dell’anamnesi fisiologica, familiare, patologica remota, ostetrica remota, ginecologica; con l’esame fisico o con test eseguiti prima della gravidanza, alla prima visita o durante le visite successive.
Nella tabella sono elencate quelle prove che permettono di identificare le donne ad alto rischio.
Tabella I: Identificazione delle donne a rischio (Livello I) | ||
Strategie di provata efficacia nella diagnosi-prevenzione | Rischio identificabile | |
1 | Uso selettivo dell’ecografia | Vitalità fetale, età gestazionale, sede della placenta, presentazione fetale |
2 | Ecografia fetale (morfologica 20-22 sett) | Anomalie fetali |
3 | Biometria fetale | Alterazioni della crescita fetale |
4 | Procedure invasive selettive (amniocentesi, villocentesi) | Anomalie fetali |
5 | Ecoflussimetria fetale | Sofferenza fetale |
6 | Movimenti fetali | Morte fetale |
7 | Profilo biofisico fetale | Sofferenza fetale |
8 | Dosaggio plasmatici della á-fetoproteina | Difetti del tubo neutrale, S di Down |
9 | Ricerca anticorpi irregolari antieritrociti (test di Coombs indiretto) | Immunizzazione materno-fetale (malattia emolitica neonatale) |
10 | Screening per l’intolleranza al glucosio | Diabete Gestazionale |
11 | Controllo regolare della Pressione Arteriosa, analisi delle urine (riscontro proteinuria) | Ipertensione Gestazionale, Preeclampsia |
12 | Valutazione dell’altezza del fondo dell’utero nelle gravidanze ad alto rischio |
Alterazione della crescita fetale |
13 | Urinocoltura | Infezioni urinarie asintomatiche e loro sequele |
14 | Screening per la sifilide e la gonorrea | Infezione materna e fetale |
15 | Screening per TOXO, CMV, RUBEO, HIV | Infezione neonatale |
Una volta identificato il rischio, lo specialista saprà indicare i presidi terapeutici più indicati per migliorare l’esito della gravidanza
Fonte: SIGO (Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia) – Assistenza alla gravidanza e al parto fisiologico – Linee Guida Nazionali di riferimento
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